Torino è casa mia - Porta Palazzo agli occhi di Giuseppe Culicchia
«Oltre a essere la mia città, Torino è anche la mia casa. E come ogni casa contiene un ingresso, la stazione di Porta Nuova, una cucina, il mercato di Porta Palazzo, un bagno, il Po, e poi naturalmente il salotto di Piazza San Carlo, e quel terrazzo che è il Parco del Valentino, e il ripostiglio del Balon, e una quantità di altre cose e di altre storie. Aprire questo libro è un po' come entrare in casa nostra. Mia. Vostra.»
Giuseppe Culicchia, noto scrittore torinese dei giorni nostri grazie al successo del suo primo romanzo "Tutti giù per terra" (pubblicato nel 1994, Premio Montblanc 1993 e Premio Grinzane Cavour Esordienti 1995), con il quale è stato in copertina sull'Indice dei Libri del Mese diretto da Cesare Cases, e dal quale nel 1997 è stato tratto un film diretto da Davide Ferrario con Valerio Mastandrea, dove Walter, il ventenne protagonista del libro, è a tutti gli effetti il primo "precario" della narrativa italiana, pubblica nel 2005 il long-seller "Torino è casa mia" nella collana Contromano di Laterza.
Il libro dovrebbe essere una guida di Torino, come lascia intendere il suo inserimento nella collana "Contromano". E in effetti si tratta di una descrizione della città ma, pur spiegando i nomi e la storia dei luoghi e illustrando palazzi e monumenti, è scritta con toni essenzialmente narrativi, in modo scanzonato e disinvolto. Con questa prosa "leggera" l'autore compila una serie di "storie", di brevi capitoli a mezza strada fra il saggio e il racconto, che consegnano al lettore una visione ironica, ma anche un po' nostalgica, di Torino e dei suoi abitanti.
Ricordiamo lo scrittore per importanti traduzioni per alcune case editrici come Einaudi (American Psycho, Lunar Park e "Imperial Bedrooms" di Bret Easton Ellis) e Garzanti per il quale ha tradotto nel 2001 la raccolta di racconti di F.X. Toole Lo sfidante, da cui Clint Eastwood ha tratto il film Million Dollar Baby. I suoi libri sono stati pubblicati in Germania, Francia, Spagna, Catalogna, Olanda, Grecia, Russia, Romania, Repubblica Ceca, Corea del Sud. Dal 2007 al 2009 ha diretto il Bookstock Village della Fiera del Libro di Torino.
Dal 1994 collabora con l'inserto "Tuttolibri" del quotidiano La Stampa, occupandosi solo di autori stranieri.
Citando Giuseppe Culicchia in "Torino è casa mia":
«a Porta Palazzo nei giorni feriali, ci si può mescolare alla folla che intasa i banchi del mercato e sentirsi un po' a Palermo, malgrado l'assenza del mare e delle palme. Negli anni Cinquanta e seguenti, la domenica mattina si davano appuntamento degli immigrati del Sud, oggi la domenica mattina si ritrovano i nuovi immigrati. (...) Il mercato dei contadini di Porta Palazzo, è composto di quattro file di banchi di frutta e verdura, e nel trattandosi di un mercato, funziona proprio come Wall Street nel senso che le quotazioni di melanzane e zucchine scendono con il calare della domanda, ovvero con il passare delle ore. I prezzi del mercato restano tra i più competitivi in assoluto in città.»
Culicchia riesce a rendere romantica persino la parte meno folkloristica del mercato, quella che i clienti non sono soliti vedere:
«a bellezza del mercato tocca forse il suo apice al momento della chiusura, quando la piazza non resta che un mare di rifiuti. La visione di questa distesa di sacchetti di carta, borse di plastica, cassette di legno, scatole per scarpe, fogli di giornale, brandelli di pesce, resti di frutta, avanzi di verdura, con i mezzi dell'Azienda Municipale Raccolta Rifiuti che innaffiano il selciato e quei due o tre anziani male in arnese che curvi sull'asfalto setacciano i rifiuti, ha la potenza di un dipinto di Bosch. Ma si può dire che Porta Palazzo non chiude mai: perché quasi non si fa in tempo a sgomberarla dalla spazzatura che è già ora di rimontare i banchi del mercato.»